Per gli antichi greci la matematica era
una cosa seria, non era una cosa da approfondire per fini speculativi
ed economici, queste cose erano faccende da bottegai e commercianti al
minuto che come qualsiasi attività manuale, era da delegare
agli schiavi, persone indegne, tanto che la parola negoziante racchiude
il significato di negazione dell'ozio, che se oggi ha un significato
negativo, per gli antichi greci era una cosa molto positiva,
perchè solo oziando avevi tempo per pensare e ragionare su
argomenti degni come la filosofia e la matematica.
Ad esempio, per esprimere il sentimento di contrarietà ai
negozianti,
Platone che era già una persona importante
propose che se un uomo libero si fosse dedicato al commercio, la sua
famiglia per difendere il proprio onore poteva denunciarlo e farlo
mettere in prigione per un anno con la possibilità di
raddoppiare la pena se persisteva nei suoi propositi.
Per i greci la matematica non era una cosa inventata dall'uomo, aveva
una esistenza propria faceva parte di un mondo idealizzato,
perchè racchiudeva in sè la perfezione delle
verità eterne, i suoi teoremi le sue dimostrazioni non
cambiavano con il passare del tempo o dei luoghi, il mondo quotidiano
era opinabile, un cubo di pietra poteva cambiare di misura sia con il
passare dei secoli sia da come si misurava, un cubo matematico al
contrario era unico, originale sempre uguale a se stesso, gli altri
cubi erano solo brutte copie, la matematica nascondeva i segreti della
natura e se l'uomo voleva conoscere la natura del mondo poteva farlo
solo attraverso la matematica, scoprirne il linguaggio era la
più nobile delle attività umane, tale convinzione
era nata con la scoperta che la musica non era solo divertimento, ma
rispondeva a delle leggi matematiche precise, Pitagora
scoprì che se si pizzicava una corda tesa, questa produceva
una determinata nota, se si pizzicava una corda lunga il doppio, la
nuova nota era un ottava più bassa e che quelle corde che
avevano rapporti semplici come 3 a 2 producevano intervalli armoniosi e
gradevoli , esattamente come le figure che si ottengono con
l'armonografo.
La matematica sviluppata dai greci era molto figurativa, era basata
essenzialmente sui rapporti tra le figure geometriche e i numeri, gli
esempi più famosi sono il teorema di Pitagora e gli scritti
di Euclide sui triangoli, quadrati, circonferenze, eccetera, ma anche i
numeri erano speciali, anzi magici, secondo i Pitagorici avevano una
loro personalità, ad esempio il 2 era considerato femminile(
forse I due seni ?), il 3 era maschile (?), il 4 era speciale
perchè il mondo era fatto di 4 elementi,(fuoco, terra, aria,
acqua) il 5 rappresentava la famiglia era l'unione tra il 3 maschile e
il 2 femminile, il 6 era un numero doppiamente perfetto,
perchè era sia la somma dei suoi divisori (1 +2 +3= 6)sia il
loro prodotto (1x2x3= 6), per non parlare del 10, il numero sacro della
tetraktys che era un triangolo formato con 10 punti, il numero 10
è composto dalla somma dei primi 4 numeri (1+2+3+4=10) era
un numero triangolare, che con 1 rappresentava il punto =(zero
dimensioni) il 2 la linea =( una dimensione ) il 3 rappresentava il
triangolo =(una superfice = 2 dimensioni) il 4 era il tetraedro =(3
dimensioni = 1 solido )perciò i quattro enti geometrici
erano definiti con il numero 10 della tetraktys.
Queste credenze sono durate molti secoli, se pensiamo che quasi 1000
anni dopo S. Agostino
spiegava ancora che Dio aveva fatto il mondo in 6 giorni,
perchè il numero 6 era un numero perfetto, mi vien da
pensare che se magari lo faceva con più calma ad esempio
usando 28 giorni che è un altro numero perfetto,(14+7+4+2+1=
28) forse noi abitanti umani saremmo nati con qualche difetto in meno.